Se c’è un marchio che contraddistingue in modo univoco i subwoofer è Velodyne.
L’azienda americana è infatti sempre stata in prima linea nella realizzazione di questi componenti e ha sempre profuso enormi energie nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni.
Davvero originale, per esempio, la metodologia di controllo dell”accelerazione dei coni, che seppure non inedita come idea in sè, lo è nella sua realizzazione, con sensori sviluppati ad hoc e un microprocessore con software proprietario.
Con un solo driver da 16 cm. attivo e due passivi e dimensioni lillipuziane, il MicroVee riesce a sviluppare dei volumi di ascolto assolutamente impressionanti in relazione alle sue dimensioni. Ad animarlo un amplificatore interno digitale, il classe D da ben 1000W RMS e un’elettronica di controllo dotata di sensori di escursione sul cono. Quest’ultimo è costruito in modo impeccabile, con bobina mobile a doppio strato da 2″ e numerosi circuiti di ventilazione; gli fanno il pari i due passivi, del tutto identici al driver principale, se non per la mancanza del motore elettrico e magnetico.
ll cabinet è in alluminio rinforzato e corrugato, e si è rivelato inattaccabile dalle vibrazioni e dalla pressione generata internamente dai tre driver.
Oltre ai classici controlli di livello, fase e filtro passa-basso, il MicroVee possiede anche un selettore di by-pass del crossover, molto utile e intelligente. Quando infatti il subwoofer si usa in home theater, di solito il sintoamplificatore possiede di per se i controlli di fase e filtri, e quelli sul sub risultano duplicati e inutili, anzi, addirittura controproducenti. Sia per il passaggio del segnale in un circuito inutile, sia perchè una volta fatta la taratura – sempre più spesso si tratta di autotarature sofisticate – dal sintoamplificatore, toccare i controlli sul subwoofer significa modificare in modo non controllato e controllabile il lavoro già fatto.
L’ ascolto del Microvee si è rivelato sensazionale.
Non sembra di ascoltare una macchina con driver da 16 cm. ma ben più grande, e ciò anche per estensione della gamma bassa. ll MicroVee non manca neanche in dinamica, riuscendo a sonorizzare in modo più che adeguato una stanza di dimensioni dell’ordine di 30 mq.
ESTETICA – Il look è estremamente professionale, con mobile in alluminio verniciato in nero; le dimensioni compatte facilitano l’installazione.
COSTRUZIONE – Quasi di grado militare, un cubo di circa 23 cm per lato, robusto come pochi; splendidi i driver utilizzati, risultano massicci e ben costruiti.
VERSATILITA’ – Interessante la possibilità di escludere il crossover; i controlli sono completi, manca però il circuito di set-up e la regolazione remote del livello.
PRESTAZIONI – Impressionanti se si tiene conto delle dimensioni degli altoparlanti. Regge il confronto con speaker di dimensioni ben maggiori.
RAPPORTO Q/P – Non è certo un subwoofer economico, ma del resto se si hanno queste esigenze non si può pretendere meno, qui siamo al TOP.